Parigi, 1935. Madeleine Verdier, un'attrice sconosciuta e senza un soldo, è accusata dell'omicidio di un famoso produttore teatrale. Con l'aiuto della sua migliore amica, riesce a dimostrare la sua innocenza. La notorietà del caso le darà fama e gloria finché non verrà fuori la verità. Girato in modo affascinante e con un ottimo montaggio, i costumi e il trucco riflettono molto bene quelli del periodo. Nella conferenza stampa al BCN FILM FEST il regista ci ha tenuto a spiegare che questo film rappresenta il terzo volume di un lavoro sulla condizione femminile e che in questo c'e' il trionfo della "sorellanza" (negli altri due che sono 8 Femmes e un mistero e Potiche si parla rispettivamente della fine del patriarcato nel primo e del matriarcato nel secondo). Anche se e' tratto da un'opera degli anni '30, prosegue Ozon, che non era certo femminista ma al contrario abbastanza misogina, la sua intenzione era di riadattarla ai tempi nostri e a dare voce alle donne. Per Ozon, dopo il me too, e' la commedia lo strumento migliore per far passare il messaggio.
Per la parte di Isabelle Huppert il regista dichiara di essersi ispirato alla grande Sarah Bernard, e di aver voluto sottolineare la differenza dei tempi anche attraverso il look che e' decisamente inizio novecento per quello della Huppert mentre e' in linea con gli anni trenta quello delle due giovani protagoniste.
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