Siamo sul litorale laziale, a Nettuno, una domenica di maggio, una tragedia ha colpito una giovane famiglia: una delle tante morti bianche che colpiscono il nostro paese con tanta frequenza ha lasciato una vedova ed un orfano ad affrontare la vigilia del funerale. Un giovane operaio perde la vita in fabbrica, si apre uno spaccato sulle vecchie lotte sindacali, con la triste rassegnazione degli operai della generazione precedente, tra i quali spicca il padre del morto che si chiedono se il loro attivismo abbia veramente contato qualcosa, sulle scelte di vita in una zona degradata, il fratello dell'operaio, disconosciuto dal padre è un delinquente che ha abbandonato da tempo la famiglia. Il bambino non sapendo come affrontare un dolore così grande immagina l'intervista che gli faranno ai funerali, che avranno la fugace copertura mediatica legata alle tragedie delle morti sul lavoro. E infine lei, la vedova, che passa questa giornata di vigilia ridendo, ricordando la vita con il marito, ripercorrendo, addirittura mimando, la sua ultima cena nel tentativo di riuscire a mostrare con le lacrime il suo dolore. Il film diretto e co-sceneggiato da Valerio Mastandrea, alla sua prima regia, pur essendo molto triste è piacevole ed interessante.
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