Nome di donna
(Marco Tullio Giordana, Italia 2018)
Una giovane donna, in una situazione di economica precaria, tenta di risollevare la propria situazione accettando un lavoro in una prestigiosa residenza per anziani nel cuore della Brianza. Qui però si troverà a fronteggiare una situazione di grave abuso e molestie sessuali da parte del direttore della struttura, fino ad allora coperto dall'omertà delle altre impiegate sottoposte a tali molestie e dall'amministrazione disposta a chiudere un occhio. Con l'aiuto e il sostegno del suo compagno, dei rappresentanti del sindacato e da una battagliera avvocata, riuscirà ad avere giustizia e ottenere la condanna del molestatore, ma il film si chiude lasciando un senso di sconfitta... appena dopo la sentenza la situazione di molestie nei confronti di una giovane lavoratrice si ripropone in un altro campo lavorativo. Secondo il regista, da sempre impegnato nella denuncia dei gravi mali che affliggono la società italiana, siamo vivendo una nuova ondata di violenza e di negazione dei diritti civili.
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