(Pupi Avati, Italia 2019)
Italia, anni cinquanta. Un inesperto e giovane ispettore del ministero della giustizia, evidentemente legato al partito di governo del tempo, viene inviato dal suo superiore in Veneto, nel Polesine ad investigare un oscuro caso di omicidio che sta creando una grande problema per la chiesa e quindi per il partito in questione. Carlo, un adolescente, ha ucciso Emilio, un ragazzo disabile che da poco si era trasferito nel paese, l'omicida che sembra averlo fatto per vendicare il suo migliore amico, inizia a parlare di aver ucciso il diavolo e accusa una suora e il sacrestano di aver istigato il crimine. Con questo film, scritto per la televisione, Pupi Avati torna al genere horror che aveva abbandonato ormai da molti anni. Nel presentare il film a Sitges, il regista che riceverà il Premio Nosferatu dal festival, lo ha definito del genere "gotico padano". Molto bello il colore che sembra un bianco e nero e molto chiara la descrizione della superstizione che domina la mesta vita contadina dell'epoca, convince poco però un horror che sembra molto datato e soprattutto lascia interdetti il finale... è l'inizio di una serie?


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